Vanitas vs veritas. Caravaggio, il liuto, la caraffa e altri disincanti
Nel segno della riflessione sui rapporti tra verità e vanità, tra incanto pittorico e disincanto filosofico, i due saggi in volume indagano il sentimento delle immagini che tra Cinque e Seicento originò una vera e propria cultura della vanitas. Le inquietudini e gli equivoci di questa cultura si espressero al meglio nel linguaggio della pittura en trompe-l'oeil e della natura morta, un genere, questo, della cui nascita moderna Caravaggio fu protagonista. Nello specifico, il primo studio analizza l'iconologia di alcuni elementi ricorrenti nei dipinti eseguiti da Caravaggio tra il 1592 e il 1596 circa (liuto, caraffa di vetro, fiori...: tutte voci nel dizionario della vanità); il secondo delinea un percorso volto a metter in luce le ambigue meraviglie del trompe-l'oeil (considerato come una variante della Vanitas) da fine Quattrocento a oggi. Il libro è arricchito da uno scritto dell'iconologo francese e premio Goncourt Frédérick Tristan.
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