Religione aperta
"Queste pagine non sono una strada obbligata. La persuasione e l'esperienza che ho di ciò che ho scritto, sono proposte agli altri, come elementi che possono esser tenuti presenti per applicazioni, svolgimenti, reazioni. Sono convinto che anche uno che approvasse tutto ciò che ho detto, lo vivrebbe tuttavia diversamente e vi metterebbe qualcosa di proprio, che io non potrei prevedere, e di cui potrei rallegrarmi. Sono arrivato a pensare queste pagine dal vivo della pratica, da problemi trattati, discussi, e da decisioni dovute prendere; così mi sembra che il modo migliore di leggerle sia quello di essere aperti a riferimenti di esse con iniziative e decisioni che il lettore stesso possa prendere": in queste parole è racchiuso lo spirito di questo classico, pubblicato la prima volta nel 1955 e incredibilmente messo all'Indice dei libri proibiti dal Vaticano. Aldo Capitini - filosofo, politico, antifascista ed educatore - affronta i temi a lui più cari: da quelli che riguardano la vita di tutti (la morte, il dolore, l'amore, la prassi religiosa) a quelli più teorico-filosofici come la questione della nonviolenza e il rapporto fra religione e laicità, le forme del cristianesimo e la figura di Gesù Cristo, i preti operai e i cattolici, le relazioni fra Oriente e Occidente e il movimento di Gandhi. Un volume che non ha perso di attualità come testimonianza appassionata per una radicale "trasformazione della realtà stessa".
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