Le Mie ultime parole. Lettere dalla Shoah
Le Mie ultime parole. Lettere dalla Shoah: "Nel 1943 il treno sta portando Aron Lieukant ad Auschwitz Su questo treno egli scrive una lettera, che riesce fortunosamente a inviare, ai figli Berthe e Simon, cui raccomanda "di non bere bevande fredde quando sono sudati" In queste parole scritte da chi si avvia al più atroce dei destini c'è tutta la pietas familiare, così forte nell'ebraismo, e con essa tutta quell'indomita forza vitale, quella inscalfibile e tranquilla fedeltà a se stessi e alla propria quotidianità che ha sconfitto la Shoah e dinanzi alla quale risalta in tutta la sua abietta pochezza quel Terzo Reich millenario durato dodici anni Queste lettere dalla Shoah sono un documento straordinario Altre grandi, grandissime opere sui lager sono state in genere scritte dopo, da sopravvissuti, o comunque da una prospettiva globale These are snapshots of a single moment or a single hour of that horror, sometimes even in times when it is not perceptible in all its frightening reality Letters varied: who knows he is on the brink of death and who's off to a fate that is still unknown; of those who have already included all the horrible what's happening and who still can't see well into account In these letters has everything: love and pain, courage and fear, revenge and piety, faith in God and his denial legitimised by that triumph of evil There is Judaism, that Auschwitz was not able to destroy despite millions of victims, and there is the whole of mankind " (Claudio Magris)
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