Liberi e uguali. Contro l'ideologia individualista
"Abituati a pensare che i loro diritti siano sicuri perché tutti rispettano le leggi senza sforzo in quanto opera loro, i cittadini democratici sono spinti verso una programmata indifferenza verso il pubblico e l'agire politico, con il risultato di un progressivo deterioramento della cultura dei diritti, trasformata con sempre più facilità nell'idea che la libertà significhi fare ciò che si vuole cosicché alla fine l'individualismo 'attacca e distrugge' tutte le virtù, quelle private non meno di quelle pubbliche. Il ciclo dell'individualismo si chiude: più i cittadini si ritirano dalla vita pubblica per occuparsi dei loro personali interessi, più decade il sentimento di solidarietà, più si essicca quella qualità empatica che è tra quelle che compongono l'individualismo democratico, più l'ordine politico è esposto ai rischi di dispotismo. Un dispotismo che prenderà forme e caratteri della società democratica: dispotismo non di una persona ma di un ceto (quello politico eletto) e soprattutto di una pervasiva opinione pubblica." In queste pagine, Nadia Urbinati ricostruisce la storia dell'individualismo per dimostrare quanto sia un carattere costituente della democrazia. Solo recuperandone gli aspetti positivi, in contrapposizione alle derive egoistiche e superficiali di tanta parte del tessuto sociale, è possibile scoprire la cruciale relazione fra libertà e eguaglianza, fra autonomia e responsabilità.
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