Come i bambini diventano consumatori
I bambini fra i 5 e i 13 anni vedono la televisione in media 110 minuti al giorno e i programmi per loro hanno pubblicità ad hoc. Se spengono la tv passano ai videogiochi, che non solo mettono in scena mondi virtuali popolati da marche e prodotti reali ma offrono ai giocatori la possibilità di imbattersi nelle più svariate attività di consumo, dallo shopping in negozi monomarca alla scelta di un guardaroba per il proprio alter ego virtuale. Poi, sempre quei bambini si addormentano con i pupazzetti di Tony la Tigre e tutti gli altri personaggi legati ai cereali Kellogg's. E questa l'infanzia dei nostri giorni, immersa nella logica del consumo - un imperativo universale che non ammette differenze di status, genere o età. Molte teorie e studi sull'argomento ritengono la condizione di consumatori come un dato di fatto, acquisita una volta per tutte sin dalla nascita. Non è così. Simona Ironico dimostra come gli individui non nascano consumatori ma lo diventino e illustra l'iter per creare dei piccoli dipendenti. Il lavoro offre una chiave di lettura per orientarsi nel peculiare mondo dei consumi infantili, rivolgendosi a tutti coloro che intendono approfondire le complesse dinamiche che intercorrono fra bambini, mercato e società: dagli studenti universitari in discipline economiche e umanistiche agli operatori di settore, dagli studiosi di infanzia e consumi ai genitori.
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