Letteratura russa contemporanea. La scrittura come resistenza
Da oltre due secoli i romanzi, le novelle e le poesie di autori e autrici russi seducono lettori in tutto il mondo. Mario Caramitti prende in esame il periodo che va dalla fine degli anni Sessanta del Novecento ai giorni nostri, mostrando l'originale capacità innovativa di un mondo intellettuale spesso costretto in situazioni furtive e segrete. Negli anni della censura sovietica, ad esempio, è nato il fenomeno senza eguali nel mondo moderno del samizdat, la letteratura interamente dattiloscritta e diffusa con sforzi e rischi anche per il pubblico, coinvolto al pari degli scrittori nell'avventura della parola clandestina. In seguito, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, si apre una stagione completamente nuova. A tappe forzate, il processo letterario si riallinea con quello mondiale e dal nulla si creano un mercato librario ed editoriale e una letteratura ufficiale contrapposta a scrittori di nicchia. Un fenomeno in crescita è la produzione letteraria sul web che si caratterizza anche per un vero talento per la mistificazione: sono più di uno i casi letterari costruiti con la più spregiudicata regia di scandali e giudizi critici confezionati ad arte. Il volume, oltre a dare una panoramica generale del contesto storico-sociale, indaga i nuovi e diversi generi, come il saggio finzionale o il microracconto, e analizza singoli libri, di Brodskij, di Dovlatov, di Sinjavskij e di altri geniali scrittori meno conosciuti in Italia come Sokolov o Shishkin.