L'immaginazione intermediale. Perlustrare, rifigurare, testimoniare il mondo visibile
Le immagini diffuse dai media elettronici - televisione e rete - tendono a produrre una sempre più forte indistinzione tra documento e simulazione. Ma anche le nuove tecnologie, di cui ormai ciascuno di noi è diventato un utente più o meno esperto (si pensi a programmi come Photoshop), ci inducono a rimodellare arbitrariamente la realtà e a manipolare a piacere i nostri archivi personali (per esempio cancellando o inserendo una persona in una foto). Il rapporto tra le immagini prodotte tecnicamente e la realtà si sta dunque modificando in modo considerevole. Non tanto nel senso che il mondo reale è progressivamente sostituito da un mondo simulato, quanto nel senso, più inquietante, che il riferimento delle immagini al mondo reale si realizza con un crescente disinteresse per la loro veridicità e con una crescente indifferenza nei confronti della loro capacità di rendere testimonianza. Fra chi sostiene «che ci sia una presa diretta sul mondo e chi ritiene che il mondo reale sia ormai totalmente sostituito da quello simulato», Pietro Montani propone un confronto tra i diversi formati tecnici dell'immagine e i differenti linguaggi: solo così è possibile rendere giustizia al mondo reale e alla testimonianza veridica dei fatti. A dimostrazione della sua ipotesi Pietro Montani esamina diversi film tra cui La Valle di Elah, Avatar, Matrix, ma anche Buongiorno notte, che testimoniano i processi di costruzione tecnologica dell'immagine.
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