Archeologie del trauma. Un'antropologia del sottosuolo
Il volume indaga la nozione di 'trauma' che domina non solo la letteratura specialistica ma anche il linguaggio comune, i discorsi sulla condizione delle vittime o le retoriche umanitarie, le rappresentazioni della violenza e le sue conseguenze psichiche. Un esercito di esperti, gli 'psicotraumatologi', sono divenuti profeti di un nuovo vangelo che nelle sue formule quasi magiche esporta a qualsiasi latitudine modelli terapeutici e categorie diagnostiche. Un vero e proprio imperialismo culturale che caratterizza l'odierna 'psicologia dell'emergenza', impone un modello di trauma e un paradigma della sofferenza e coinvolge la dialettica fra memoria e oblio, l'uso sociale della memoria e della sua celebrazione. Roberto Beneduce critica i progetti terapeutici e pedagogici che dimenticano le matrici locali della sofferenza e della cura e sottolinea l'importanza di restituire valore alle singole esperienze di dolore e ai suoi interrogativi: è in questa maniera che si può trovare l'antidoto più efficace contro l'anestesia morale e l'impunità, caratteristiche dei contesti di terrore e di arbitrio.
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