L'architettura del mondo romano
"Alla base dell'architettura e dell'arte romana vi furono la potenza politica, economica e logistica dello stato centrale, lo spirito sostanzialmente utilitario per cui le arti erano considerate mezzi efficaci per unificare i popoli nel segno di una comune civiltà, la "civitas" romana. Le forme divennero esempi da riprodurre, un modello a cui ispirarsi. Mentre le "pòleis" greche, pur convinte di condividere una medesima origine e cultura, gareggiarono fra loro per costruire il proprio tempio, la propria agorà, il proprio teatro; le città libere e quelle sottoposte, i municipi e le colonie del mondo romano replicarono "capitolia", fori, teatri, anfiteatri, archi, case di città e di campagna sull'esempio della capitale, in segno di appartenenza a un'accomunante seppur variegata civiltà. La Grecia pensò all'incomparabile, Roma al tipo. I Romani non si limitarono a imitare e a variare le forme incontrate, ma pervennero anche a trasformare, a esprimere nuovi concetti e nuovi effetti, in accordo con il divenire del mondo e delle sue istanze spirituali."
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