La biblioteca del buon operaio. Romanzi e precetti per il popolo nell'Italia unita
Ritorna, in una nuova edizione, il libro di Adriana Chemello che nel 1991 aveva, tra i primi, individuato e analizzato la vasta letteratura indirizzata all'educazione delle classi popolari. Nell'Ottocento, oltre alle biblioteche "letterarie", proliferano le "biblioteche popolari" che hanno come obiettivo la formazione degli Italiani e il loro disciplinamento. Con la "biblioteca dell'operaio" s'intende indicare un filone di letteratura costituita da libri e opuscoli di letterati ed educatori, sui quali sembra essere piombata un'eclisse totale. Obbediente a una precisa finalità disciplinante, questo genere di letteratura sovrappone alla dimensione morale del "buon italiano" quella del "buon operaio": gli operai previdenti e laboriosi incarnano nei racconti i nuovi "eroi del lavoro", e diventano i protagonisti delle collanine per il popolo predisposte per le biblioteche circolanti. E le storie esemplari dei "buoni operai" cresciuti alla scuola di Franklin e Smiles riecheggiano spesso vistosamente il modello manzoniano incarnato in Renzo Tramaglino, lungo un percorso di maturazione che, attraverso una serie di "prove", culmina con l'emancipazione spirituale, intellettuale ed economica.
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