Morte. Ediz. in facsimile
«Porre il problema della morte in modo tale da rendere possibile una risposta della fede». È questa la sfida lanciata dal breve ma incisivo lavoro di Eberhard Jüngel. La morte, interrogata nel suo carattere filosofico-antropologico, manifesta il proprio carattere di «enigma», come ciò che aliena da sé l'essere umano e allo stesso tempo ne è la proprietà più intima: «Tutti gli uomini sono mortali». A fronte della visione platonica della morte quale «festa della libertà» - ciò che libera l'essere umano da quanto lo incatena -, il compito della fede è offrire una risposta all'enigma della morte, indagando e custodendo il suo carattere di «mistero». In un puntuale itinerario biblico, dall'Antico al Nuovo Testamento, il teologo di Tubinga ritrova nella morte di Gesù la chiave per comprendere il senso della morte per l'essere umano: quella che in Gesù è la «morte della morte» diventa la vita del cristiano. La risurrezione del Crocifisso dice come Dio si identifica con Gesù morto e nell'evento della suprema «irrelazionalità» apre una nuova relazione con l'umano. Come la risurrezione rivela la verità della morte di Gesù, così la risurrezione finale redimerà la «storia vissuta» di ciascuno in un «presente eterno» in Dio.
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