Schermi d'autore. Intellettuali e televisione (1954-1974)
Come un breviario della buona visione o una preziosa guida all'ascolto, come un libretto d'istruzioni o un viatico di accompagnamento, il "Radiocorriere", dal 1954, ha seguito discretamente l'esordio e il consumo della televisione in Italia, non soltanto informando gli spettatori su programmi e palinsesti, ma portando questi ultimi quasi per mano alla scoperta di un mondo spettacolare che si affacciava nelle case di strati via via crescenti di popolazione. L'aspetto più interessante di quest'impresa editoriale, organicamente legata all'azienda pubblica, è rappresentato dalle firme che ne sono state coinvolte: romanzieri, poeti, drammaturghi, critici letterari e cinematografici, storici, musicisti e musicologi, registi teatrali e televisivi, giornalisti/scrittori. Intellettuali, insomma, impegnati direttamente nell'ideazione o nella produzione radiotelevisiva o più indirettamente chiamati a contribuire, attraverso le pagine della rivista, a quella missione di servizio pubblico che veniva ridefinita con la fine della guerra e la nascita della Rai, la ricostruzione materiale e culturale del Paese, l'avvento del potente 'medium' televisivo. E proprio sul rapporto fra intellettuali e piccolo schermo, molto più articolato e complesso di quanto spesso si è portati a ritenere, sugli inattesi incontri, scontri e negoziazioni fra cultura alta e popolare, oltre che su quello straordinario progetto chiamato 'televisione delle origini', questa raccolta antologica di 'pezzi d'autore', e i saggi critici che l'accompagnano, cercano di gettare luce, aprendo nuove prospettive agli studi storici sui media e la tv in Italia. Collaborazione di Massimo Scaglioni.
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