«Extremes of otherness»: Rosmarie Waldrop e l'incontro con il nuovo mondo
E possibile liberare la mente, il linguaggio e la poesia dal dominio incontrastato della visione? E questo il programma di Rosmarie Waldrop: ma a quale scopo, attraverso quali forme e con quali esiti? Nata in Germania alla vigilia della II Guerra Mondiale e trasferitasi negli Stati Uniti nel 1958, l'autrice impiega la lingua inglese come strumento privilegiato di scoperta e conoscenza, inseguendo l'ideale di una scrittura esplorativa che, per esser tale, deve sondare percorsi anti-figurativi e anti-rappresentativi. Allineata alle poetiche d'avanguardia, europee e americane, la sua sperimentazione mostra un orientamento anti-visualista che trova eco nel pensiero filosofico contemporaneo (Wittgenstein, Heidegger, Deleuze, Merleau-Ponty, Foucault, Derrida), da un lato, e nello sviluppo della nuova scienza (la fisica quantistica), dall'altro. Ripudiando non già l'esperienza visiva ma la costruzione discorsiva della visione all'interno di un paradigma culturale essenzialmente oculocentrico; non l'immagine in sé ma le figure poste dalla rappresentazione e dalla visualizzazione, i suoi eccentrici collages mirano a suscitare nuovi modi di vedere, concepire e interagire dentro e fuori dalla pagina. Questo volume ne indaga le procedure e gli effetti in un campione eccezionale di testi ispirati all'incontro originario con il Nuovo Mondo: l'incontro europeo con la differenza assoluta che si oppone alla logica della rappresentazione e libera forze in grado di sollecitare il pensiero.
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