La foresta nascosta
Da quando ha scelto di lasciare il Giappone e di trasferirsi a New York, Kōsuke si sente un uomo fortunato e realizzato. Ha fondato uno studio di effetti speciali che lavora per Hollywood, ha una compagna che ama, non ha rimpianti. O almeno non ne ha mai avuti, fino a quando la notizia della morte improvvisa del padre non lo spinge a tornare a Tokyo. Qui Kōsuke si trova ad affrontare una situazione inaspettata. Il genitore, un sacerdote shintoista molto amato dalla comunità, gestiva un antico santuario circondato da una imponente foresta di alberi secolari in cui Kōsuke è cresciuto con la sorella Asako. Negli anni, però, la conduzione del tempio è divenuta sempre più complicata e per ripagare i debiti il padre ha dovuto accettare molti compromessi. In tutto il paese i templi shintoisti vanno gradualmente scomparendo, i sacerdoti si indebitano sempre di più con il governo, mentre organizzazioni criminali come la Yakuza cercano di comprare i terreni su cui si trovano per farne attrazioni turistiche. Kōsuke, di fronte a questo scenario inaspettato, mentre gli amici di famiglia gli chiedono di non abbandonare la tradizione e al tempo stesso di affrontare il futuro, è chiamato a una scelta. Potrebbe decidere di tornare subito negli Stati Uniti, dove si trovano il suo vero lavoro e la sua compagna, lasciando dietro di sé il santuario per venderlo a chi possiede i soldi necessari, che sia il mondo finanziario o il potere criminale. Oppure donare il tempio alla sorella, mantenendo il legame famigliare con quel luogo unico. Infine, potrebbe cercare e inventare un nuovo se stesso, immaginarsi in un ruolo inconsueto, e cambiare radicalmente la propria vita.