Un mondo tutto mio. Diario dei sogni
Nel giugno del 1921 un giovane Graham Greene, sedici anni e almeno un tentativo di suicidio alle spalle, si trasferisce a Londra per iniziare un percorso psicoanalitico. Il suo analista gli chiede di tenere un diario dei sogni, abitudine che Greene avrebbe ripreso negli anni Sessanta per non abbandonarla più. Un mondo tutto mio, pubblicato per volontà testamentaria dopo la sua morte, raccoglie i sogni che negli ultimi mesi di vita Greene selezionò da un diario di oltre ottocento pagine, organizzandoli per temi. «Uno dei piaceri di questo libro», scrive nella Prefazione Yvonne Cloetta, la sua compagna, «è il piacere che lui stesso ha provato nel fare la selezione». Sognare era come prendersi una vacanza da se stessi, lontani dalle preoccupazioni consce, catapultati in un universo diverso. «Non ci sono testimoni. Nessun processo per diffamazione. Difficilmente potrò essere perseguito ai sensi dell’Official Secrets Act per un qualche incidente legato ai servizi segreti», dice Greene nella sua Introduzione.
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