Di santa Rosalia vergine palermitana

Di santa Rosalia vergine palermitana

La storia monumentale di santa Rosalia, vergine e romita palermitana, data dal 1624, quando è proclamata patrona principale e protettrice di Palermo assediata dalla peste. Nel volgere di qualche decennio, a lei e al suo culto l'intera società urbana consegna i simboli del suo destino, che cronisti, viaggiatori, artisti e agiografi cominciano a diffondere in tutta Europa. Ma il culto di santa Rosalia non nasce nel Seicento. Era già da tempo praticato da persone povere, emarginate, spesso immigrate. Nell'estate del 1624, questo culto periferico si impone come risposta istituzionale alle lacerazioni sociali prodotte dai lutti e dalle angosce della crisi epidemica. In quest'epoca si unificano in uno stesso culto due riti: il pellegrinaggio al Monte Pellegrino e il Festino in città, secondo un dispositivo simbolico destinato a scandire il tempo del mito e della storia di Palermo. Questo libro, pubblicato nel 1988, è stato la prima indagine scientifica sugli aspetti monumentali e popolari del culto di santa Rosalia; è oggi un classico di cui non si può fare a meno per conoscere la storia antropologica di Palermo. Nella vicenda di un culto, nel suo passaggio dalla quasi clandestinità all'affermazione trionfale e istituzionale, si documentano in questo volume le dinamiche di aggregazione tra ricchi e poveri, letterati e analfabeti, istituzioni e popolo, attraverso il ricorso a vari linguaggi, oralità, scrittura, iconografia, musica, architettura, che raccordano tradizione e modernità nella lunga vita di un simbolo potente. E viene in luce la storia profonda della vita simbolica di Palermo.
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