Storia vera e non vera di Chaim Birkner
Da Budapest a Tel Aviv, dal 1930 ad un futuro prossimo, la storia di un antieroe che lascia un paese sempre più estremista e decide di tornare a vivere in Europa sulle tracce del suo passato. L’esordio letterario del direttore d’orchestra di fama internazionale Omer Meir Wellber, direttore musicale della Fondazione Teatro Massimo di Palermo.In un futuro prossimo, Chaim Birkner, che è stato un undicenne nel 1941 quando la furia hitleriana si era rivolta verso est, sta per compiere centootto anni. È l'uomo più vecchio di Israele, forse l'ultimo che sia stato contemporaneo della Shoah. Così lo vogliono celebrare, ma rifiutandosi a tutti e scandalizzandoli, decide d'impeto di tornare nella città natia. Questo accende in lui la visione di ciò che gli è successo in quasi un secolo. Accumula, accosta e sovrappone ricordi, andando avanti e indietro nel tempo, in un modo che è spesso ironico, a volte ingannevole, ma sempre lucido. Ebreo di Budapest, qui aveva vissuto adolescente il più puro amore della sua vita, qui aveva compiuto, guidato dal padre, il gesto più eroico, qui aveva conosciuto il legame ambiguo della famiglia con il ghetto ungherese. Da Budapest il padre lo aveva fatto fuggire in Palestina, in un modo, però, che gli toglieva il diritto sincero di dirsi una vittima. Dopo, la vita: il kibbutz, il matrimonio, lo strappo da entrambi, i lavori saltuari, gli imbrogli, le altre donne, i tanti incontri, i nascenti contrasti tra chi era venuto fuggitivo dal vecchio mondo e chi invece nella nuova terra di Israele era nato; ma soprattutto le molte verità via via sorprendenti, sempre trionfanti sulle illusioni, sugli equivoci beffardi, sui tanti fatti reputati certi.
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