Le radici del crollo
La lunga eclissi. Passato e presente del dramma della sinistra: Una libera e spregiudicata analisi dell'odierna crisi della sinistra che si legge come un viaggio, compiuto su un veicolo panoramico, nel tempo e nello spazio: lo spazio della teoria, il tempo della storia e il veicolo dell'esperienza vissuta. Achille Occhetto, ultimo segretario del Pci e primo della nuova formazione politica che ne nacque grazie alla « svolta della Bolognina », muove da una constatazione netta. La radicalità della crisi odierna ha origine dal crollo del muro di Berlino perché nessuno è stato capace di interpretare quell'evento gigantesco per quello che era in realtà, ossia la «fine politica» del Novecento che ha travolto non solo le aggregazioni che si richiamavano al comunismo ma anche tutte le altre che con esso si rapportavano in qualsiasi modo e ha coinvolto rovinosamente, in ultima analisi, tutte le forze politiche nate nel secolo scorso. Quella caduta ha origini più antiche: i «tarli» e «i vizi capitali» risalenti alla nascita e alle necessità di sopravvivenza del primo paese socialista; l'illusione di un'identità unica e pura del comunismo e, in generale, della sinistra; la teoria dei «due campi»; l'aver permesso e giustificato che nel «socialismo reale» si instaurassero i metodi autoritari e polizieschi che erano stati combattuti nei fascismi. Di queste origini Occhetto insegue i fili nel loro insinuarsi nella storia italiana e nella esperienza della sinistra (con tutte le eccezioni, le resistenze, le «diversità» e i memorabili anticonformismi), fino all'oggi che ha assistito alla marcia trionfale del globalismo neoliberista e vede il prevalere par
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