Annalisa e il passaggio a livello
Nell'opera di Scerbanenco - il padre indiscusso del noir italiano e il creatore di Duca Lamberti, il detective amaro della Milano nera - l'esperienza della guerra e della fuga in Svizzera nel 1943, segnano una svolta. Una perdita dell'innocenza: la sfiducia in quello che egli denomina "il mondo degli dei e dei miti", di ogni concezione dimentica della qualità terrena, "inconsistente" dell'essere umano, prende il sopravvento. Il travaglio è testimoniato da riflessioni di diario (di cui sono qui pubblicate alcune pagine nella Nota, scritta dalla figlia Cecilia) e da un notevole gruppo di romanzi e di racconti. Tra questi ultimi i due finora inediti "Annalisa e il passaggio a livello" e "Tecla e Rosellina". Essi costituiscono una sintesi originale dei temi che la parte inquieta della cultura postbellica andava agitando: il sesso come ultimo riparo, la donna come immagine estrema della vera condizione umana, la corporeità, il fragilissimo, casuale o addirittura inesistente fondamento della vita, il nichilismo. Ma sono anche due teneri ritratti di donne, due spietati ritratti dell'esistenza vista da donna. Annalisa è una giovane vedova che si dedica al sesso con esclusiva metodicità, senza entusiasmo o piacere, alla ricerca di un'autenticità impossibile altrove. Tecla e Rosellina, ciascuna per strade diverse, lasciano solo una traccia di sé all'unico uomo che le meritava. Due racconti che illustrano le ragioni filosofiche del genere nero e della sua efficacia spirituale oggi.