Il paese delle chimere. Aspetti e momenti dell'idea di illusione nella cultura occidentale
"Era un'anima troppo ardente per accontentarsi della realtà della vita", dice a proposito di una sua eroina Stendhal. I modi per non accontentarsi della realtà della vita, gli stratagemmi usati dall'immaginazione o dall'intelligenza per riuscirvi - cioè le illusioni, le chimere, le utopie, le speranze - sono analizzati in questo libro attraverso un numero sterminato di fonti letterarie, narrative, poetiche, meditative della cultura occidentale. E tra le molte interessanti sorprese, vi è quella che delle varie epoche forse la più sensibile al ruolo delle illusioni e la più pronta a riflettervi fu l'Illuminismo, l'Età della Ragione, cioè di quella facoltà che impone un approccio al reale apparentemente opposto al vagheggiar chimere. Ma questa notizia in apparenza contraddittoria suggerisce quale sia la direzione di ricerca di questo studio di vastità e profondità inedite sul suo argomento. Non vi è contrasto od opposizione tra la ragione che giudica e conosce e l'illusione che allarga gli orizzonti. L'illusione non è un errore o uno sviamento, al contrario la sua presenza nella cultura occidentale è quella di un ruolo regolativo (si direbbe kantianamente): coltivare archetipi e modelli irraggiungibili e tuttavia insopprimibili, ideali assoluti e fecondi, anche se connessi in modo conflittuale e dialettico con la realtà. Non accontentarsi significa in qualche modo viverla concretamente, allargare la realtà; le illusioni ne sono parte. Le chimere anche assenti illuminano il quoti- . diano e ne compensano la pochezza. Il paese delle chimere, dice Rousseau, è l'unico degno di essere abitato.
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