Lo stato del cielo
Il viaggio reale del narratore affluisce, senza quiete, nel solco di un sogno a condensare immagini e storie. Quattro storie. "Storia di D.", ragazzo di provincia "desideroso di spiccare il volo lontano": sotto i suoi occhi la Marcia su Roma. "Storia di F. e dei suoi amici" che passano, per impercettibili spostamenti dell'esperienza quotidiana, dal consenso al tacito antifascismo allo strappo della Resistenza. La "Storia di A." che scivola sul piano inclinato degli anni intorno al 18 aprile 1948, dall'intimo fervore spirituale a una carriera pubblica ogni giorno più precaria di valori e generatrice di angoscia esistenziale. La "Storia di R. e Anna", ossia il Sessantotto e la sua eredità di sommersi e salvati. "Lo stato del cielo" è un affresco per quadri della storia dell'Italia nel 'secolo terribile', costruito come fermando, mentre scorre, l'occhio di volta in volta su un piccolo personaggio immerso nella folla. Ma nell'epifanico finale si rivela essere, più sostanzialmente, una specie di sogno dell'eroe: è il viaggiatore-narratore che cerca senso in quel cuneo tra storia collettiva e vicenda individuale, tra passato risolto e finito e presente incomprensibile e incandescente di vita.
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