La Giovine Europa. Studio sulla storia dell'idea federalistica e di quella nazionale
"La Giovine Europa è morta, o quasi, ma non come fede" scriveva Giuseppe Mazzini alla fine della sua esperienza di esilio e di cospirazione in Svizzera, che era durata dal 1834 al 1836, e che questo libro ricostruisce con grande ricchezza di fonti. Del patriota genovese, Croce disse, con la sua precisione nel ritrarre e analizzare casi e personaggi, che egli non fu fine statista né eccelso pensatore, ma dotato di quella grandezza morale che di lui fece il capo riconosciuto dei rivoluzionari europei e mantenne sempre accesa la fiaccola degli ideali patriottici e democratico-repubblicani lungo tutta l'età che voleva oscurarli. E un giudizio che questo libro di Keller permette di temprare nella sua pienezza. Keller, quando ancora l'idea di una associazione e di una federazione europea era lontanissima, nel periodo tra le guerre in cui i nazionalismi affilavano l'un contro gli altri le loro arti, rintracciava fin dai primordi l'idea federalista in Europa, si soffermava, in modo originale, sulle poco note idee unitarie di Napoleone il grande, e confluiva, col suo scritto, nell'analisi del pensiero e dell'azione di Giuseppe Mazzini nei due anni cruciali in cui maturò la sua idea di Giovine Europa. Un Mazzini, tanto celebrato quanto in realtà poco conosciuto, che questo studio restituisce.
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