Il passeggero del secolo. Guerre, rivoluzioni, euorope
Il secolo folle, il grande storico del Novecento François Fejto lo ha percorso davvero come un passeggero. Aveva cinque anni quando scoppiò la prima guerra mondiale, e da ebreo cristianizzato ungherese imparentato con grandi famiglie friulane, amico di infanzia di Rajk e Lukacs, quasi portava nella sua vita concreta tutti i simboli di quel multiculturalismo che l'impero astroungarico racchiudeva. L'elenco delle svolte e delle convulsioni che la sua vita ha patito da cosmopolita obbligato all'esilio (prima da Hitler, poi da Stalin), coincide perfettamente con l'elenco di tutte le tragedie, gli splendori e le svolte del secolo: dalla belle époque al crollo del Muro di Berlino. Così come le lingue che, non lo studio, ma l'interesse vitale lo ha condotto a parlare, coincidono con il linguaggio che suona nelle conversazioni da un bordo dell'Europa all'altro.
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