Si riparano bambole

Si riparano bambole

Scriveva Gianfranco Contini, commemorando lo scrittore che aveva annoverato tra gli artefici dell'italiano letterario della seconda metà del Novecento, e l'amico con cui aveva intrattenuto un intenso carteggio intellettuale: "[...] Con Antonio Pizzuto è scomparso il primo dei nostri grandi 'giovani scrittori'. Questo coetaneo esatto di Carlo Emilio Gadda finito a Roma da Palermo come lui da Milano, uscito in pubblico nel 1956 e autore di libri sempre più arrampicati nell'arduo, sembrò essere il fratello maggiore della 'nuova avanguardia'. Però Pizzuto ha tutto il futuro innanzi a sé: lui era incalzato dalla necessità di scirvere con estenuante lentezza; la sua fama - o la sua gloria - lo aspetta sicura." E questa riedizione del suo romanzo forse più bello aspira a toglierlo da una delle intermittenze dell'oblio in cui il grande prosatore palermitano sembra destinato periodicamente ad incappare.
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