Allodola
Poeta e scrittore ungherese tra i più rappresentativi dei decenni tra le due guerre, Kosztolanyi era un ammiratore del Pirandello di cui introdusse le opere nel suo paese. Predilezione facile da comprendere. "Allodola" - il titolo viene dal soprannome involontariamente ironico che due genitori anzitempo invecchiati hanno dato a una figlia troppo presto avvizzita - inscena una vera e propria pirandelliana camera della tortura. Sullo sfondo della società, falsamente serena, del "crepuscolo di un mondo", verso il quale non spira nemmeno un filo di nostalgia, scorre una settimana nella vita di una famiglia legata dalle catene di una di quelle quotidianità cui solo l'asfittica chiusura dona equilibrio e riparo dalla follia. La quale, per un momento si affaccia, nel corso di una imprevista vacanza - della figlia dai genitori e dei genitori dalla figlia - e si ritrae, però, subito. Perché, si capisce, nemmeno il vento della pazzia avrebbe la forza di spalancare le porte di quella prigione.
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