16 ottobre 1943

16 ottobre 1943

"Breve e splendido, "16 ottobre 1943" narra la deportazione degli ebrei romani - scriveva Natalia Ginzurg su "La Stampa" di questi due racconti di Giacomo Debenedetti.Non possiamo fare a meno di ammirarne la straordinaria forza dello stile, trasparente come il vetro. Sembra che a parlare, nel racconto di Debenedetti, sia la stessa realtà. Le frasi susseguono, alte, nitide, disadorne, severe, e su ciascuna di esse grava il peso d'una pietà immensa. Al modo dei rintocchi di un orologio, suonano le parole che portano all'implacabile conclusione".Le due cronache, del 1944, sono tra le sole pagine di narrativa del grande critico, lettore di Proust, studioso del romanzo novecentesco, scritte evidentemente sotto l'urgere del dolore e della pietà civili. La prima narra dell'inganno vile e della persecuzione di Kappler contro gli ebrei del Ghetto di Roma (e i due aggettivi della Ginzburg, "breve e splendido", indicano che siamo di fronte a uno dei più bei racconti italiani mai scritti). La seconda cronaca, "Otto ebrei", presenta il caso di un aguzzino che, a provare la propria buona fede, testimonia di aver risparmiato otto ebrei includendoli, in quanto ebrei, in un gruppo di dieci da salvare dalle Fosse Ardeatine: e Debenedetti riflette se questa grazia compassionevole, questa concessione di ingresso privilegiato in un'Arca di Noè, non sia stato da vivere come odioso razzismo.
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