Il grafico della febbre
Per circa mezzo secolo il lettore si è trovato nel circolo vizioso (veramente e vanamente vizioso) del bestseller: il libro la cui precipua qualità stava nel fatto che era dato per 'molto letto' e che era dunque indispensabile leggere. Oggi siamo al long-seller: al libro che ritorna, al libro che si riscopre, al libro che ha vinto il silenzio e l'oblio. "A mio avviso", - dice Manganelli - "è long-seller l'autore che fa un giro in pista, nessuno gli fa caso, e dopo trenta quarant'anni fa un secondo giro e tutti lo guardano col fiato sospeso"; mentre i best-seller sono soltanto "fulminei ectoplasmi senza un passato". E forse, possiamo aggiungere senza un avvenire.Se dunque coi seller dobbiamo convivere, più al sicuro si va coi long. Ed ecco un autore che in Europa è al secondo giro di pista e da noi al primo (ma stiamo sulla garanzia che in Europa è il secondo): Friedrich Glauser. Svizzero, di tragica vita, morto a quarantadue anni nel 1938, Glauser è uno scrittore davvero di lunga durata: e specialmente nei romanzi polizieschi, come in questo "Grafico della febbre".Può ricordare, per certo verso, Simenon, il Simenon di Maigret (che gli è vicino nel tempo); ma più, crediamo, Friedrich Durrenmatt, che è venuto dopo e che noi abbiamo conosciuto prima.
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