Isabella di Morra e Diego Sandoval De Castro
Scriveva Renato Serra nel 1913 che gli italiani non si erano quasi accorti che Croce era quasi miglior letterato che critico. I due 'quasi' sono suoi, del Serra. E uno è senz'altro di troppo: né allora gli italiani si sono accorti, e tanto meno se ne accorgono oggi, che Croce è uno dei prosatori più nitidi ed esatti, più avvincenti, più acuti ed arguti del nostro secolo. E di una prosa che racconta, che sa impareggiabilmente raccontare, senza sfagli e capricci dell'immaginazione, con rigore di documenti e di filologia, vicende lontane nel tempo, vite avventurose e appassionate. Pubblicando una delle sue "Vite di avventure, di fede e di passione", speriamo che gli italiani finalmente se ne accorgano. Al di là delle polemiche sulle teorie estetiche e la critica letteraria del Croce, il Croce 'narratore' è da ritrovare, da riscoprire - e da godere.
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