Anticorruzione negli enti locali
La legge 190/2012, cosiddetta "anticorruzione", introduce nella pubblica amministrazione nuovi strumenti per combattere i fenomeni corruttivi, oltre a modificare in parte le norme del codice penale relative alla materia. Si tratta di una serie di innovazioni, alcune delle quali significative, come l'onere di redigere una pianificazione di azioni volte a scongiurare i rischi di corruzione, o la previsione della figura obbligatoria del responsabile della prevenzione della corruzione, che negli enti locali coincide col segretario comunale, salvo motivata decisione diversa. La norma ha un notevole impatto sull'organizzazione degli enti e, in una certa misura, anche sui rapporti di lavoro. Le misure anticorruzione prevedono, ad esempio, l'articolazione di sistemi di rotazione della dirigenza e del personale, nei servizi qualificati come a maggior rischio. Il che impone sistemi di gestione più sofisticati e complessi, oltre al necessario rilancio della formazione e dell'aggiornamento professionale. In più, occorrerà rivedere anche in buona parte gli strumenti operativi: la legge 190/2012 insiste particolarmente sul concetto della total disclosure, dell'amministrazione "aperta", incidendo in modo significativo anche sulla legge 241/1990, allo scopo di rendere trasparente e conoscibile in ogni sua fase l'azione amministrativa. La norma, dunque, chiama gli enti ad una significativa e rilevante revisione dei propri strumenti di programmazione, gestione e controllo.
Momentaneamente non ordinabile