Pro-occupancy. Design dei micrambienti urbani contemporanei: tra performatività dell'allestimento e appartenenze
Il testo restituisce riflessioni teoriche e strumenti elaborati all'interno di un percorso di ricerca dottorale che indaga il potenziale disciplinare applicato agli interni urbani. A partire dall'osservazione di un cambio di habitus, l'ipotesi di fondo è che siano osservabili comportamenti emergenti nell'uso e, ancora prima, nella concezione dello spazio; e dello spazio pubblico in particolare. Comportamenti che, se criticamente osservati e parametrizzati, possono fungere da importanti indicatori per la cultura del progetto. Il designer è chiamato a rispondere a questa domanda di spazi plausibili, nei quali le "attrezzature" dello spazio possano agire ed essere agite, per assecondare i bisogni relazionali dei fruitori; un'attenta analisi fenomenologica di progetti esistenti sostiene questo scenario in cui il progettista è chiamato a immaginare e configurare spazi-processo, che si pongono alla stregua di script ambientali aperti, eseguibili nell'interazione creativa (fisica e di senso) con i fruitori. Si identifica nella nozione di performatività una dimensione affatto originale, cruciale per una percezione positiva da parte dell'utente finale: questo "parametro" identifica una "vocazione" dello spazio che supera l'idea di esperienza per comprendere anche altre dimensioni del bisogno associato allo spazio quali prestazione, narrazione, emozione. Esperienze progettuali e didattiche successive hanno validato le nozioni proposte in ambiti applicativi d'interni tout court.
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