La città e il tempo: interpretazione e azione
Il tema del tempo e delle sue relazioni con la descrizione e la progettazione della città suscita almeno due ordini di domande. Da una parte, osservando che la dimensione temporale degli eventi è l'elemento cruciale della complessità stessa di ogni realtà e segnatamente delle realtà urbane, ci si può domandare se e fino a che punto un confronto aperto con la variabile "tempo" nel contesto della città contemporanea porti a modificare i nostri modi di interpretazione e di spiegazione (e, dunque, se si tratti semplicemente di aggiungere un elemento esplicativo a quelli più consueti, oppure sia richiesto un cambiamento più profondo nell'approccio analitico; in particolare, ci si chiede come sia possibile afferrare l'evolversi continuo dei fenomeni urbani; come interpretare il rapporto dinamico tra mutamento e permanenza; come rendere le nostre descrizioni intrinsecamente dinamiche senza rinunciare a rinvenire regolarità significative). Dall'altra, ci si può chiedere se e fino a che punto dare rilevanza alla dimensione temporale implichi un cambiamento anche nei nostri modi di intervenire sulla città, tramite piani, politiche, progetti (in particolare, come combinare esigenza di certezza e spazi di flessibilità, senso e adattamento). Le due domande non sono ovviamente indipendenti l'una dall'altra, ma sollevano questioni specifiche e, per certi aspetti, autonome, dando origine a problemi complessi sia per le tecniche e le modalità d'analisi della realtà sia per gli strumenti e le forme d'intervento.
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