Simmetria e funzione nell'architettura

Simmetria e funzione nell'architettura

La simmetria è stata per secoli associata all'idea di ordine e di bellezza; poi, con la modernità, nel secolo della rivoluzione scientifica che ha sovvertito molti saperi e punti di vista del pensiero epistemologico, è mutata la prospettiva del giudizio estetico e del linguaggio figurativo. E Bruno Zevi, ne Il linguaggio moderno dell'architettura a interpretare e formalizzare queste rotture: le sue "sette invarianti" innescano una critica radicale e autentica alla simmetria, nella convinzione che rappresenti una riduzione all'ordine della complessità delle forme naturali e della libera espressione del linguaggio architettonico; una critica fondata anche sulla convinzione in estrema sintesi - di un esplicito rapporto con ogni idolatria del potere. Ma oggi, di fronte alle acquisizioni del pensiero scientifico - in primis matematico, ma anche e più estesamente geometrico, fisico e biologico - il pensiero di Zevi esprime ancora una "critica operante"? A partire da questo interrogativo il testo si apre alla esplorazione di un fertile terreno interdisciplinare, tra principi teorici, algoritmi matematici e regole della costruzione architettonica, laddove la simmetria permane con nuove prospettive della conoscenza e dell'agire progettuale con bel antri strumenti di analisi e di interpretazione, in un arricchimento di ulteriori punti di vista che trovano oggi però ancora stimoli dialettici nelle molte proposizioni zeviane.
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