Riforma costituzionale e nuova disciplina delle fondazioni di origine bancaria
La recente riforma del Titolo V, parte II, della Costituzione ha accolto tra i principi generali cui ispirare e finalizzare l'ordinamento nazionale, in armonia con l'ordinamento comunitario, quelli della tutela della concorrenza e della sussidiarietà intesa sia in senso verticale che in senso orizzontale. Si è così attribuito alle "formazioni sociali" di cui all'articolo 2 della Costituzione un determinante ruolo di propulsione e di garanzia dello sviluppo sociale, culturale ed economico del Paese. Ma non è questo il riconoscimento formale di ciò che hanno rappresentato le Casse di Risparmio, prima, e le Fondazioni Casse di Risparmio, poi, all'interno del nostro sistema? Resta da definire la materia particolarmente delicata, e nello stesso tempo sostanziale, dell'individuazione degli strumenti di vigilanza e di controllo, vale a dire dell'individuazione del grado di compressione che è possibile imprimere all'autonomia privata per la protezione delle esigenze collettive che tali soggetti perseguono. Il presente volume intende rappresentare un significativo e qualificato contributo al dibattito parlamentare, giurisprudenziale e dottrinale attualmente in corso, grazie alla disponibilità ed all'impegno degli illustri autori dei diversi saggi. Oltre all'originaria problematica concernente la loro natura giuridica, gli studi qui raccolti affrontano, in particolare, le tematiche relative al nuovo ruolo delle Regioni ed alle modalità di coinvolgimento delle stesse Fondazioni bancarie nella gestione ed erogazione dei servizi di utilità sociale