Caio Giulio Cesare: Cesare padrone di Roma-La caduta dell'aquila. 2.

Caio Giulio Cesare: Cesare padrone di Roma-La caduta dell'aquila. 2.

Cesare sapeva che la storia avrebbe parlato di lui, sapeva che le sue gesta sarebbero state incise nella memoria dell'umanità come rughe sul volto di un vecchio, che scorgendosi allo specchio vede in quei segni traccia dell'antica grandezza. Sapeva con certezza che la sua fama gli sarebbe sopravvissuta, quando volse lo sguardo aldilà delle Alpi e decise che la Gallia sarebbe stata sua. Quando si spinse fin oltre la Manica verso terre che nessun piede romano aveva ancora solcato. E quando il destino gli pose dinnanzi un più che degno avversario, Vercingetorige, il re degli Arverni alla guida delle tribù celtiche in un'ultima disperata difesa. Forse non sapeva però che Roma stessa stava covando l'insidia più grande. La città in nome della quale aveva condotto i suoi eserciti tra mille pericoli gli stava voltando le spalle, negandogli quegli onori che gli spettavano di diritto. Ora è il momento di decidere davvero: aldilà del Rubicone lo attendono Pompeo e una città in armi, la sua città. La guerra civile è inevitabile. Saranno anni dolorosi, e solo al termine di infinite battaglie che avranno come teatro l'intero Mediterraneo potrà tornare a Roma in trionfo, e qui gettare le basi di quello che diverrà il più grande Impero di tutti i tempi.
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