Storia dei preti uccisi dai partigiani
E Peppone uccise don Camillo... Oltre un centinaio di sacerdoti furono massacrati tra il 1944 e il 1947 in tutt'Italia. Solo una piccola parte di loro aveva simpatizzato per il fascismo; la giustizia sommaria dei partigiani colpì soprattutto degli innocenti. Preti che vennero eliminati per essersi opposti ai disegni politici dei comunisti o per aver criticato dal pulpito gli abusi della lotta di liberazione. E molti erano stati antifascisti impegnati o addirittura cappellani della Resistenza. La strage delle tonache fu un piano preordinato? Intorno a questa domanda si snoda una sconvolgente ricostruzione storica, la prima mai effettuata su questa materia in 60 anni, che denuncia un'Italia del dopoguerra avvelenata dai cadaveri d'innumerevoli vittime innocenti, massacrate dalla furia ideologica, a volte mai più ritrovate o seppellite con funerali clandestini, spesso infamate e calunniate, comunque dimenticate dalla retorica della Resistenza e dalla stessa Chiesa. La nostra Repubblica è cresciuta senza aver riconosciuto certi suoi "errori di gioventù", che nel 60° del 25 aprile tornano a galla riportando alla memoria ferite e conflitti non risolti.
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