Lo zar che distrusse la Russia
San Pietroburgo, 14 dicembre 1825. Fa freddo. Il cielo è grigio come il ferro. Un vento gelido soffia sulla città sollevando cumuli di neve... Una scheggia di granata rompe il ghiaccio. Alcuni corpi precipitano nel fiume. Soldati in preda al panico fuggono. La neve si tinge di rosso. La piazza del Senato è disseminata di cadaveri. Senza attendere la fine del massacro Nicola si dirige al galoppo verso il palazzo d'Inverno... Il primo giorno del regno dello zar Nicola I è un giorno terribile. Lui, il bel giovane che non mancava mai a una festa mondana, che si divertiva a organizzare parate inappuntabili, deve assumere il comando di un grande paese di cui parla a fatica la lingua. E deve domare la rivolta decabrista. Il suo sogno di una Russia forte, garante dell'ordine, si infrange in breve tempo e contro di lui si solleva una coalizione di paesi europei. Mentre la sconfitta della guerra di Crimea si delinea inevitabile, lo zar dagli occhi di ghiaccio, diviso tra l'amore per la moglie e la bella Varenka, si tormenta nel dubbio, fino a compromettere la propria salute. Il 18 febbraio 1855 lo zar muore, lasciando al figlio il difficile compito di prendere le redini di una guerra senza più scampo e di un paese ormai allo sfacelo.
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