Inchiesta sulla devozione popolare

Santa Rita da Cascia: sulle colline dell'Umbria il santuario dei depressi, dei malati terminali, dei casi impossibili. San Gabriele dell'Addolorata: sui monti d'Abruzzo, la clinica delle coppie in crisi. Caravaggio di Lombardia: dove il Nordovest scettico dà del "tu" alla Madonna. Sant'Antonio da Padova: aiuto e protezione per ogni occasione. Il Santuario del Divino Amore: le processioni notturne della Roma bene. La Madonna di Polsi: sui sentieri della 'ndrangheta in Aspromonte. La Madonna di Pompei: la fede dei derelitti e dei disoccupati. San Giovanni Rotondo: Padre Pio, il santo del sogno, del profumo, del sangue. La tomba di San Riccardo Pampuri a Trivolzio: la piccola Lourdes padana. A ogni santuario i suoi pellegrini. A ogni miracolo una devozione. Come pregano i fedeli che a migliaia, pur lontani dalla pratica religiosa, dalla Chiesa e dalla morale cattolica, affollano ogni giorno i santuari d'Italia? Spulciando fra i foglietti di richiesta delle grazie, gli ex-voto, le e-mail ai siti, i registri dei visitatori e ascoltando le testimonianze carpite a confessori, fedeli o semplici curiosi, si delineano gli identikit di una moltitudine di devoti dalle proporzioni enormi, pressoché ignorata dalla Chiesa istituzionale e dai mass media. Il variegato panorama della fede è un caleidoscopio difficilmente riconducibile a banali catalogazioni. Ma il fenomeno di questo particolare rapporto con il mistero- testimoniato da schiere di anonimi e da gruppi eterogenei di Vip (da Giulio Andreotti a Giorgio Vittadini, da Giovanni Galli ad Amanda Lear, da Licio Gelli a Luciano Moggi)- non può più essere superficialmente sottovalutato nella sua continua forza di espansione.