La sirena sotto le alghe
Le sue vacanze, appena cominciate, sono già finite. È il primo pensiero del maresciallo Simone Santomauro mentre, lasciati il libro e il latte di mandorla che si stava godendo al fresco in piazza, si mette a fare le prime domande e, con fare imperativo nonostante gli shorts e la maglietta, allontana i curiosi dalla spiaggia. Quello che è emerso da un mucchio di alghe, sollevato dalla ruspa di Peppenuzzo, è un cadavere in avanzato stato di decomposizione. Sfigurato e mutilato a tal punto che si fatica a capire se si tratta di un uomo o di una donna. Ma è una donna, conferma il medico legale, e lo scempio peggiore sul suo corpo l'ha commesso una mano umana. Con un coltello, forse da cucina. Santomauro, che conduce le indagini, sa di avere una bella gatta da pelare: l'attenzione dei giornali, morbosa come sempre d'estate, le pressioni del procuratore, l'ansia dei villeggianti di cui Pioppica si riempie nella bella stagione. E brancola nel buio. Finché, una mattina, si presenta in caserma l'architetto Pippo Mazzoleni, uno dei villeggianti bene della zona, di quelli con villa, giardino e Ferrari. Sua moglie, dice, non la vede da tre settimane. Era andata via dalla loro casa di Napoli, dopo un litigio, e poi anche lui era partito per il Carda, ognuno a respirare un po' dall'altro. Pensava fosse a Pioppica, ma tornando la domenica prima non l'ha trovata. E ha deciso di darle ancora un po' di tempo. Ma ora, con quel cadavere di donna sulla spiaggia, un atroce dubbio lo ha preso.