Ritratto di un terrorista da giovane
Cosa è successo prima degli anni di piombo? Quali comportamenti li hanno preparati, quali gesti li hanno annunciati? In questo racconto autobiografico, Valerio Morucci pone mano ai ricordi e, come per mettere ordine fra i frammenti del suo rischioso romanzo di formazione, ripercorre le tappe dei suoi esordi. Lo troviamo poco più che adolescente, organizzatore degli interventi nei licei e seduttore di studentesse, compagne di fede politica; lo vediamo confezionare le prime molotov e progettare attentati senza conseguenze; lo ritroviamo come responsabile del lavoro illegale di Potere Operaio, alle prese con le prime pistole di cui non ha nemmeno le cartucce, a discutere con un famoso editore rivoluzionario di guerra partigiana in montagna. Poi progressivamente, tra il 1968 e i primi anni Settanta, il suo percorso si sovrappone alla spirale del rivoluzionarismo armato. I modelli diventano quelli dell'IRA e dei palestinesi, comincia a trafficare in armi e ad avere i primi contatti con esponenti delle BR. E' comunque ancora un clima in cui l'intellighenzia radical-chic vuole sentire l'ebbrezza della rivoluzione e la clandestinità dei futuri terroristi non è ancora totale. Ma le scelte sembrano diventare sempre più temerarie e irreversibili. Dai furti di macchine si passerà ai tentativi, spesso maldestri, di rapine, e infine ai veri attentati. L'ebbrezza della rivoluzione stava ormai trascinandoil giovane guascone romano, chiuso nella sua corazza di spavaldo ribelle, verso la "fine nota", dove "il resto è silenzio".
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