La vendetta del vichingo
Mar Baltico, 1019 d. C. Il mare è in tempesta, onde altissime si infrangono sulla nave vichinga dell'esercito di re Canuto. Non c'è più traccia dei ribelli delle terre dell'estremo Nord che poche ore prima hanno scatenato la rivolta. All'improvviso, dietro un'onda spunta un vascello, poi due, poi tre: la bandiera è quella degli alleati, comandati dal signore di Ulf. Ma non sono venuti in aiuto dei Vichinghi. Il loro obiettivo è l'attacco. La collisione tra le navi avviene prima che l'esercito vichingo possa reagire. Lo scontro è durissimo. Poi tutto diventa silenzio e oscurità: i corpi dei Vichinghi giacciono senza vita sul ponte del vascello. L'unico superstite è Thorgils Leiffson, discendente del grande Erik il Rosso. A lui il compito di tornare a corte e denunciare il tradimento, prima che sia troppo tardi, prima che il re concluda un'alleanza destinata a distruggerlo per sempre. Di ritorno in patria, però, Thorgils non trova la gloria, ma l'esilio: su di lui pende l'accusa di essere l'amante della regina. Inizia così per Thorgils un lungo viaggio, che lo porterà fino alta lontana Bisanzio dove, tra le file della guardia imperiale, cercherà la sua vendetta.