Carl Schmitt. Dal manicheismo alla teologia politica
Il presente lavoro ricostruisce la formazione e le radici della teologia politica di Carl Schmitt dagli anni giovanili fino a "Il concetto di politico" del 1927. È soprattutto grazie alla recente edizione dei suoi diari personali in lingua tedesca che la lettura “classica” di Schmitt, offerta tradizionalmente dagli interpreti, non appare più sostenibile. Questa lettura scandiva il pensiero di Schmitt in due fasi. Nella prima avremmo un autore cattolico mentre nella seconda, a partire dalla metà degli anni ’20, egli si sarebbe allontanato dalla Chiesa. La lettura che qui viene suggerita vede la formazione giovanile di Schmitt articolarsi in tre momenti: una fase gnostico-manichea, una fase di convivenza e tensione “instabile” tra manicheismo e cattolicesimo, una terza fase di ritorno al manicheismo giovanile. Nel continuo variare delle posizioni un punto resta fermo: l’anima gnostico-manichea di Schmitt mitigata, per un certo periodo, dalle suggestioni cattoliche. Un pessimismo non redento né dalla Grazia né dall’amore, pur desiderato, ma solo dalla rigida verga del potere, deputato a conferire Forma ideale ad un mondo che ne è radicalmente privo.