La fine dell'onniscienza. Epistemologie della complessità
"Il filo rosso di questo volume è costituito dall'identificazione di quella 'indomita tendenza' a semplificare il mondo della vita per poter disporne a piacimento, che sembra trovarsi alla base della hybris cui homo sapiens sottopone sia l'ambiente che i propri simili. Riconciliare 'tecnoscienze' e 'saggezza' stipulando 'una nuova alleanza' tra uomo e ambiente è per Mauro Ceruti e per la sua filosofia della complessità la via per emanciparsi dal mito dell'onniscienza/onnipotenza e costruire un'antropologia adatta a un universo tipicamente plurale, che fin dai tempi della 'rivoluzione copernicana' si era rivelato privo di centro, senza confini e libero da ogni artificiosa gerarchia. Le ipotesi, le teorie, le 'macchine' che l'impresa tecnico-scientifica via via realizza non vanno più intese come mezzi di rappresentazione/manipolazione di una realtà assoluta, che l'uomo può tuttavia sfruttare, ma come tentativi sempre più articolati in un reciproco processo di adattamento tra ambiente e uomo: quasi come un fiume, che si forma là dove meglio il paesaggio circostante permette all'acqua di scorrere, e insieme contribuisce a modellare il paesaggio stesso".