Un'inedita disputa su «Essere e tempo»

Un'inedita disputa su «Essere e tempo»

Nei primi del Novecento, tra Gottinga e Friburgo, andava configurandosi la nascente fenomenologia husserliana, per la quale ebbero un'importanza fondamentale gli esponenti del cosiddetto “circolo di Monaco”. Di questa scuola faceva parte il filosofo Maximilian Beck, i cui interessi e percorsi di ricerca gli consentirono di entrare in contatto con Martin Heidegger: una relazione faticosamente costruita che terminò dopo pochi mesi. L'esame di documenti inediti d'archivio e dello scambio epistolare fra i due rende per la prima volta accessibile il contenuto di un saggio redatto da Beck su Essere e tempo di Heidegger e del dibattito scaturito dopo la pubblicazione, che portò al loro allontanamento. Dall'analisi di questo scritto si avverte il tono fortemente critico di Beck nei riguardi dell'opera, parole che ebbero un'ampia risonanza nel circolo di studiosi che ruotava attorno a Heidegger e che condizionarono la recezione del testo fra i primi discepoli di Husserl. Il lavoro condotto sulle fonti da Daniele De Santis porta a una straordinaria rilettura dell'opera heideggeriana, capace di rischiararne molti aspetti, ma anche di comprendere meglio la svolta trascendentale di Husserl e lo specifico contributo metafisico di Beck alla fenomenologia monacense, che – come osserva Francesco Alfieri nella Prefazione – continua ad aprire nuove piste di lavoro.
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