Dopo il fumo. «Sono il n. A 5384 di Birkenau»
"La lunga vita di Liana Millu è paragonabile, per alcuni versi, a quella di questa sua opera: solo il passare degli anni ha fatto sì che la sua straordinaria parola udita a viva voce o fissata sulla carta, ampliasse via via il numero degli ascoltatori e dei lettori chiamati a custodire quel messaggio e quindi a onorare quella persona. Ciò avviene quando il tempo della esistenza di Liana si sta facendo breve. Questa situazione in lei si riflette in una parola sempre più carica di una compassione profonda, tutelata da un senso supremo della misura; di contro, nell'ascoltatore tale condizione da un lato aumenta lo struggimento, mentre, dall'altro, rafforza in lui la convinzione di essere coinvolto in un evento nel momento stesso in cui sta udendo delle parole: ora a lui stesso è stato affidato il compito di testimoniare, imperativo a cui ormai può sottrarsi solo percorrendo l'infida via del tradimento". (Dalla Prefazione di Piero Stefani)