Evento della pittura ed esistenza umana. Su due opere di Vincenzo Civerchio a Travagliato

Evento della pittura ed esistenza umana. Su due opere di Vincenzo Civerchio a Travagliato

Il rapporto tra filosofia e immagine pittorica è da sempre uno dei problemi ricorrenti nella storia del pensiero, tra negazione o riconoscimento del valore conoscitivo dell'arte. Partendo da due tele di Vincenzo Civerchio (1470 ca.-1544) - un esponente della scuola bresciana, tra gli anni di Foppa e quelli di Moretto, Romanino e Savoldo - Casper avanza una suggestiva ermeneutica dell'oggetto pittorico. Nella Salita al Calvario e nella Assunzione di Maria in cielo Casper mostra all'opera una "trascendenza narrativa" dei personaggi e una "temporalizzazione dell'immagine" che svela il significato esistenziale delle scene pittoriche. I soggetti ritratti narrano un senso che li trascende perché nella tela accade un evento decisivo per la vita di ogni uomo. In gioco sono la serietà e profondità dell'incarnazione cristiana e dei simboli della fede: Gesù ascendendo al calvario è segno della sofferenza di tutti gli uomini, e della loro possibile redenzione; l'assunzione di Maria in cielo è cifra di una promessa universale di salvezza. Come dire: la filosofia del dialogo di Casper ha qui un nuovo capitolo. Dialogando con l'arte, gli uomini interrogano se stessi e l'Altro che li interpella.
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