La Bibbia nella letteratura italiana. 3: Antico Testamento

La Bibbia nella letteratura italiana. 3: Antico Testamento

L'Antico Testamento ha consegnato alla cultura occidentale storie potenti come archetipi (la Creazione, il Diluvio, la Torre di Babele...); ha dato forma all'immaginario dell'eros (con il Cantico dei Cantici) e a quello del vuoto e della desolazione (con l'Ecclesiaste); ha costruito una tipologia di comportamenti umani: figure dell'aggressività (Caino), dell'obbedienza (Abramo e Isacco), della pazienza (Giobbe), della fortezza virtuosa (Susanna e le altre seducenti eroine), della contestazione (Giona). Sono qui indagati, a più voci, la persistenza e il significato di grandi personaggi e temi biblici nella letteratura italiana, sacra e profana. Ogni ripresa e riproposta, favorita dalla stessa natura frammentaria della narratività biblica, è di per sé una nuova interpretazione, che risponde ai mutevoli contesti storici. L'elemento costante è la tensione verso un modello di utopia: la nostalgia dell'Eden e della sua meravigliosa armonia iniziale con la Divinità e con tutti gli animali creati, a cui si contrappone una storia umana instabile, di felicità e sofferenze. Se la Terra Promessa è una meta compensatoria evanescente, la letteratura può almeno tentare di riscoprire - o di reinventare - la vivibilità del nostro mondo.
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