La seconda intelligenza
Insondabile il mistero che tutto avvolge, fonda, fa vivere. Per dirlo si deve ricorrere a metafore, in genere di carattere spaziale, che rimarcano la distanza abissale e quindi invalicabile, a meno che ci si lasci attrarre dalla irresistibile forza che da esso promana. In queste poesie il mistero è fondamento, ragione (Grund), sostegno. E la morte non richiama forse l'abisso, gli inferi? Essa richiama il morire che è/fu di Cristo, ed è la condizione nella quale ci si perde nel nulla che però diventa il tutto, nella quale si abbandona la propria identità per diventare se stessi, poiché lì si raggiunge il fondamento dell'essere, la fusione con la sostanza originaria, che ora, caduto l'ultimo lembo del velo, rivela il suo volto di Seconda Intelligenza. Audace affermazione, passibile di accusa di panteismo se non si trattasse di un linguaggio nel quale - come in questa mistica cristocentrica - le parole non corrispondono più al significato originario, dove anche il Nome pronunciato viene consumato dalla fiamma dell'amore.(Giacomo Canobbio)
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