Il Museo archeologico nazionale di Aquileia

Il Museo archeologico nazionale di Aquileia

Il Museo Archeologico Nazionale di Aquileia è ubicato nella storica sede costituita dalla Villa Cassis Faraone, costruita tra il 1812 e il 1825, così chiamata dalla nobile famiglia che ne è stata la proprietaria. Qui, su tre piani, per un totale di dodici stanze, sono esposte le collezioni, le quali spaziano dalla statuaria a categorie di oggetti legati alla vita quotidiana e all'ornamento personale. Spicca la raccolta delle gemme e delle ambre, di cui Aquileia era il punto centrale di lavorazione e di smistamento commerciale. Il concetto di "museo" riferito ad Aquileia passa attraverso periodi ricchi di avvenimenti e di tensioni sia politiche sia culturali, posti tra le dominazioni francese e austriaca. L'imprescindibile punto di partenza si trova in tre figure, animate dallo stesso spirito di valorizzazione e di conservazione dell'antico: il canonico Giandomenico Bertoli (1676-1763), il pittore udinese Leopoldo Zuccolo (1761-1833), il Commissario di Guerra comandato al Distretto di Passariano Etienne Marie Siauve (1757-1812). Il Bertoli, autore dell'opera "Le Antichità d'Aquileja profane e sacre", stampata a Venezia nel 1739, è il "padre" dell'archeologia aquileiese: la sua instancabile attività di raccolta di reperti eterogenei, tra i quali spiccano le iscrizioni, portò alla creazione del primo luogo di raccolta di antichità di Aquileia nella sua stessa casa, affacciata sull'attuale via Patriarca Popone.
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