Ritratti criminali

Ritratti criminali

Dal 1882, anno in cui a Parigi Alphonse Bertillon mette a punto l'antropometria segnaletica, fino a oggi, la memoria di uomini e donne che, per i più vari motivi, hanno infranto la legge, si compone di due scatti: uno di prospetto, l'altro di profilo. Realizzato sulla base di queste istantanee particolari, accompagnate da brevi testi attinti dai dossier giudiziari che descrivono i reati commessi senza mai suggerire un'interpretazione dei fatti, il volume propone le storie di presunti colpevoli divenuti, in molti casi, famosi. Fra costoro si annoverano non solo criminali, nemici pubblici numero uno, mafiosi, collaborazionisti, ma anche membri della Resistenza e militanti dei diritti civili. Articolato in varie sezioni che passano in rassegna le più diverse tipologie di delitti e i criminali più rappresentativi, a partire dalla fine dell'Ottocento, pagina dopo pagina compaiono i famigerati Bonnie & Clyde, Mata Hari, Al Capone, il mostro di Firenze, così come persone arrestate per reati contro la libertà d'espressione, per droga oppure oltraggio alla decenza, come nel caso di Janis Joplin, Jim Morrison, Jane Fonda e Jimi Hendrix. Non mancano alcuni grandi casi della cronaca nera italiana, la cui storia è descritta nei testi del criminologo Massimo Picozzi.
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