Kiarostami
Siamo in molti a considerare Kiarostami come uno dei maggiori cineasti contemporanei, ma questa certezza è, tutto sommato, un fatto abbastanza recente. E' solo dalla fine degli anni ottanta che il regista si è imposto all'attenzione internazionale, benché in Iran fosse attivo sin dal 1970. Ora che Kiarostami è diventato un cineasta di culto ed è stato insignito dei più importanti riconoscimenti attribuiti dai maggiori festival dei cinque continenti, non sono in molti a dubitare che ci si trovi di fronte a un autore che ha cambiato il nostro modo di vedere il cinema e il mondo. E, tuttavia, Kiarostami non è soltanto un autore immenso, un nuovo cineasta e un cineasta in più, in grado di farci comprendere come e perché il cinema di oggi stia cambiando, non possa non cambiare. Kiarostami è anche e soprattutto un artista totale. Come le grandi figure di artisti rinascimentali è un autore capace di esprimersi attraverso mezzi e linguaggi diversi, restando ogni volta fedele a se stesso e alle sue tematiche privilegiate: il cinema naturalmente, ma anche la fotografia, il video, la poesia, il teatro. Questo libro, che si accompagna alla personale organizzata a Torino dal Museo Nazionale del Cinema, si propone - per la prima volta - di fare il punto sulla complessa attività creativa di uno straordinario talento artistico, mettendone in luce le multiformi realizzazioni. Più che un libro su Kiarostami, è un libro di Kiarostami, anche se contiene saggi illuminanti ed esegesi approfondite, appositamente scritte da alcuni dei più intelligenti critici contemporanei. Soprattutto è un libro fatto di molti suoi scatti fotografici, quasi tutti inediti; di un paziente lavoro di collazione e riscrittura di tante generose riflessioni sui film e il proprio percorso artistico, in parte frutto di conversazioni private, in parte riprese da interviste apparse qui e là; di poche poesie anch'esse inedite e di alcuni commenti su una recente, e per ora unica, esperienza teatrale. Lucido e consapevole, mosso da una costante e inarrestabile irrequietezza che lo spinge a mettersi costantemente alla prova, Kiarostami è un autore capace come pochi di riflettere sul proprio fare, naturalmente portato a concettualizzare le proprie incessanti esperienze di rinnovamento. Ci sono artisti che per tutta la vita realizzano infinite variazioni di un'unica opera, e altri che scelgono di non ripetersi mai. Kiarostami procede zigzagando e senza una meta preordinata, lungo un percorso di ricerca - peraltro esigente e rigoroso - che lo conduce a rimettere continuamente in discussione il proprio lavoro e i risultati acquisiti, pur restando fedele al proprio universo e a un'estetica dello sguardo che è nello stesso tempo un'etica della messa in scena. Come dice Jean-Louis Nancy, "non una nuova problematica della rappresentazione che verrebbe ad aggiungersi a quelle che hanno costellato, a giusto titolo, la storia del cinema, ma piuttosto un'assiomatica dello sguardo: l'evidenza e la certezza di uno sguardo come sguardo per il mondo e per la sua verità". (Dall'Introduzione di Alberto Barbera ed Elisa Resegotti)
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